Il Consiglio Direttivo


Il Consiglio Direttivo della Pro Loco di Maser, è stato eletto dall’Assemblea dei Soci a giugno 2020, e’ composto da 13 membri, supportati da 2 rappresentanti dell’amministrazione Comunale, che restano in carica per quattro anni.



  •  Siamo L'Associazione Comunale Pro Loco di Maser, ma chi siamo veramente?

    Nuovo paragrafo

    Quando siamo Nati

    Siamo nati sabato 13 Aprile 1991 presso lo studio del Notaio Dr. Vincenzo Imparato, grazie ai Signori Colla Franco, Gasparetto Luciano, Pandolfo Gian Francesco, Rossetto Livio e Vial Vitale i quali costuirono l'associazione denominata "ASSOCIAZIONE COMUNALE PRO LOCO MASER".
    Nella carta costituzionale associativa i Padri fondatori vollero, al paragrafo 2, far reggere la stessa con la Carta Statutaria.
    il Sig Pandolfo Gian Francesco, recatosi personalmente il 13 Aprile 1992 presso gli uffici dell'Anagrafe Tributaria del Ministero delle Finanze (L'odierna Agenzia delle Entrate), registrò ivi l'Associazione Comunale Pro Loco di Maser, rendendola così Persona Giuridica imperfetta. 

    Cosa Facciamo

    L'Associazione Comunale Pro Loco di Maser si propone di:
    Riunire nell'associazione tutti coloro che hanno interesse allo sviluppo turistico e culturale del comune di Maser.
    Svolgere fattiva opera per organizzare turisticamente la località in cui svolge la propria attività, proponendo alla Amministrazione Competente il miglioramento Estetico della zona e promuovereinizative atte a tutelare, incrementare e far conoscere i valori naturali, artistici e culturali del Comune di Maser e dei Colli Asolani per quanto ci compete.
    Promuovere e coordinare le inziative quali: Convegni, Gite, Escursioni, Spettacoli Pubblici, Festeggiamenti, Manifestazioni Culturali, Sportive, Ricreative, Fiere e Mostre; come la MOSTRA DELLE CILIGIE DI MASER.
    Attività che servono ad attirare e a rendere più gradito il soggiorno dei cittadini e dei turisti del Comune di Maser.
    Realizzare iniziative rivolte a favorire la vocazione turistica-culturale di salvaguardia del Patrimonio storico, culturale, folcloritico ed ambientale attraverso la gestione in modo ausiliario e sussidario di punti di ristoro fissi od occasionali con possibilità di vendita di prodotti tipici e locali del comune di Maser.
     
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    LA MOSTRA DELLA CILIEGIA DI MASER 

    Dalla prima edizione

    Nel 1998, il sindaco Gian Francesco Pandolfo scriveva l'incipit ad una pubblicazione dedicata alla Ciliegia di Maser in cui elogiava la regina delle nostre colline.

    rto Lui primo presidente di Proloco a cerimoniare l'apertura della ptima Mostra della Ciligia nell'anno 1991 presso la Villa Barbaro, storica cornice della manifestazione.

    La mostra è rapresentata da cassette contenenti Ciliege regolarmente impilate e posizionate in modo tale da rappresnetare una sola macchia Rossa.  

    dal Medioevo ad Oggi

    Originario dell'Asia Minore, il ciliegio si diffuse in Egitto sin dal VII secolo a.C. e successivamente in Grecia come cita Teofrasto (III sec. a.C.).

    La prima testimonianza della sua presenza in Italia risale al II secolo a.C. quando Varrone ne illustrò dettagliatamente l'innesto. Leggenda vuole che sia stato Lucullo a portare dalla Cappadocia le ciliegie "migliori". Più tardi, Plinio il Vecchio ne descrisse dieci varietà nella sua "Naturalis Historia".

    Presenti nelle ricche mense rinascimentali, è a partire dal '500 che abbiamo notizie precise della loro coltivazione. Rimangono famose le ciliege che nel '600 provenivano dai frutteti di Versailles, dove ampie serre erano adibite alla coltivazione di frutta per la tavola e gli studi botanici.

    L'esegesi biblica le assimilava per il colore rosso intenso al sangue del Redentore, per la dolcezza al buon carattere derivato dalle opere buone. Nell'iconografia cristiana spesso la ciliegia rappresenta il frutto del Paradiso, l'antidoto della mela causa del Peccato Originale.

    Diverse sono le superstizioni collegate alla ciliegia. Contando i noccioli rimasti nel piatto alla fine un pasto, le ragazze possono prevedere quando si sposeranno, recitando: “quest’anno, l’anno prossimo, un giorno, mai”, l’ultimo nocciolo contato fornirà la risposta. Se si desidera che un vigneto produca buon vino, bisogna piantarci in mezzo un ciliegio.

    Di questa pianta esistono due specie: il "prunus avium" o ciliegio dolce, e il "prunus cerasus" o ciliegio acido. Quest'ultimo è la specie selvatica da cui discendono le varietà da frutto conosciute come amarene, marasche e visciole. Oggi l'Italia, a livello europeo, rappresenta uno dei principali produttori di ciliegia con oltre 150 varietà, derivate dal ciliegio dolce e suddivise in due grandi categorie: le tenerine e le duracine.

    Frutti ricchi di zuccheri semplici, sali minerali e vitamine, le ciliege sono molto dissetanti, favoriscono l'abbronzatura e prevengono l'invecchiamento cutaneo. Una cura a base di ciliege, circa una ventina al giorno, la mattina a digiuno, depura e disintossica l'organismo. Ricercatori americani affermano che questi frutti hanno anche proprietà quasi taumaturgiche nella cura dei dolori, perchè ricchi di sostanze assimilabili agli antinfiammatori.

    Oltre ad essere deliziose mangiate fresche o conservate sotto spirito, le ciliege vengono adoperate in cucina per fare ricette salate (attenuano i sapori forti della cacciagione), o preparazioni dolci (marmellate, sciroppi, liquori, gelati e torte). 

    Dai Patrizi Veneziani Barbaro agli Eredi del Conte Volpi

    Villa Barbaro (anche nota come Villa Barbaro Basadonna Manin Giacomelli Volpi) a Maser (Treviso) è una villa veneta, costruita da Andrea Palladio tra il 1554 e il 1558-1560 circa per l'umanista Daniele Barbaro e per suo fratello Marcantonio Barbaro, ambasciatore della Repubblica di Venezia, trasformando il vecchio palazzo medievale di proprietà della famiglia in una splendida abitazione di campagna consona allo studio delle arti e alla contemplazione intellettuale, decorata con un ciclo di affreschi che rappresenta uno dei capolavori di Paolo Veronese.


    Il complesso della villa, che comprende anche un tempietto palladiano, è stato inserito dall'UNESCO nel 1996 - assieme alle altre ville palladiane del Veneto - nella lista dei patrimoni dell'umanità.

    La villa sorge a mezza costa sui colli Asolani, poco lontano da una sorgente che secondo la tradizione fu un luogo di culto e forse anche sede di un tempio[3].


    Prima di entrare nel patrimonio della famiglia Barbaro, il terreno appartenne ai Pisani e ai Giustinian.


    L'esatta collocazione temporale della costruzione della villa è incerta: Adalberto dal Lago la ritiene databile tra il 1560 e il 1570, altri studiosi retrodatano il completamento dei lavori al 1558, Anthony Hobson propone come anno di inizio dei lavori il 1560, proprio in quell'anno Palladio aveva consegnato le illustrazioni che uno dei due fratelli Barbaro, Daniele, gli aveva chiesto per il proprio commentario sugli scritti di Vitruvio (M. Vitruvii de architectura, Venezia 1567).


    La personalità dei committenti influenzò senza dubbio il progetto: è da attribuire a Daniele, patriarca di Aquileia, fine umanista e studioso di filosofia, matematica e ottica, la volontà di conferire alla villa un significato sacrale, mentre il disegno del ninfeo retrostante la villa si deve a Marcantonio, energico politico e amministratore, ma allo stesso tempo fine intenditore d'architettura (ricevette un esplicito omaggio da Palladio nei Quattro Libri per l'ideazione di una scala ovata).

    Entrambi i Barbaro ebbero un ruolo chiave in molte scelte architettoniche della Repubblica e furono instancabili promotori dell'inserimento di Palladio nell'ambiente veneziano.[1]


    Per via femminile, la villa passò dai discendenti di Marcantonio ai Trevisan, da questi ai Basadonna, quindi ai Manin del ramo di Ludovico Manin, ultimo doge della Repubblica di Venezia. Questi ultimi la vendettero nel 1838 a Gian Battista Colferai che l'aveva in affitto già da qualche anno, ma le sue eredi, per non spendere sostanze in un bene indiviso, la lasciarono andare completamente in rovina.


    Fu l'industriale friulano Sante Giacomelli, che acquistò la proprietà nel 1850, a restaurare e rinnovare la villa, avvalendosi dell'opera di Zanotti e Eugenio Moretti Larese.


    Durante la prima guerra mondiale nell'edificio aveva sede il comando del generale Squillaci. Batterie dell'esercito sparavano dalle colline oltre il Piave, ma l'edificio rimase miracolosamente indenne.


    Nel 1934 fu acquisito da Giuseppe Volpi di Misurata, il quale l'affidò alle cure della figlia Marina, che se ne innamorò, vi si stabilì e continuò negli anni l'opera di restauro. La villa è attualmente abitata da Vittorio Dalle Ore, che sposò la figlia di Marina, Diamante Luling Buschetti, deceduta nell'aprile 2018. 

    Il territorio della Mostra

    Adagiato sulle ondulate colline asolane, Maser è uno dei comuni più ridenti della Marca Trevigiana.

    Situato a pochi passi da Asolo, dista una ventina di chilometri da Treviso.

    Comprende diverse Frazioni: Muliparte, Coste, Crespignaga e Madonna della Salute. Maser è conosciuto dal turismo internazionale per un suo gioiello d’arte, la famosa Villa Palladiana del ‘500, e per tutta l’architettura urbanistica ad essa legata, dal Tempietto palladiano al Museo delle Carrozze. 

    Tuttavia, Maser conserva anche altri importanti Palazzi e Monumenti nel suo territorio, a cominciare da Villa Ca’ Nani ora sede Municipale, a Villa Pellizzari del XVI secolo.

    Altre Ville da visitare, tutte a Crespignaga, sonno Villa Pasina, Villa Querini, attigua alla quale sorge la Colombera, che deve il suo nome all’utilizzo dei colombi viaggiatori durante la 1° Guerra Mondiale; Villa Fabris, del XIII secolo, ricca di stucchi veneziani; Villa Bolzon, caratterizzata da una doppia scalinata esterna.

    Belle e ricche di affreschi anche le quattro chiese parrocchiali e quelle più piccole di S. Andrea, Muliparte e San Giorgio sui colli di Coste.

    Ville, chiese e palazzi segnano la storia di questo comune, già urbanizzato in epoca Romana dalla centuriazione romana che interessò quell’ampia pianura compresa tra Asolo, Montebelluna e Castelfranco.

    Testimonianze più dirette sugli insediamenti si hanno solo a partire dal Medioevo con i primi documenti ecclesiastici che attestano la presenza delle diverse pievi e cappelle campestri. Castelli, Torri e fortilizi caratterizzarono in epoca medievale le colline di Crespignaga, Coste, Maser e Muliparte. Nel XIII secolo il vescovo di Feltre cedette ad Ezzelino da Romano il feudo di Maser, che nominò suo feudatario Furlano degli Aliprandi. Le lotte succedutosi tra diverse famiglie trevigiane e padovane portarono però in breve tempo alla distruzione dei fortilizi e dei castelli presenti in Maser e nel suo territorio. Come tanti altri comuni del Trevigiano nel 1339 Maser passò sotto la dominazione Veneziana. E le famiglie nobiliari veneziane guardarono con ammirazione a questi luoghi. E’ così che dopo due anni si insediò qui la famiglia Barbaro che darà vita all’attuale Villa. L’amenità del luogo, il clima mite, la posizione al sole, la bellezza dei boschi e dei poggi e la freschezza delle acque hanno continuato a richiamare artisti e nobili da ogni parte. Nel corso dei secoli contadini e artigiani hanno umanizzato il paesaggio rendendolo fertile e produttivo.

    La presenza umana ha condizionato quindi questo ambiente. Ed è rintracciabile in un bel sentiero, a mezza costa, denominato “Col del Spin”, così chiamato probabilmente dalla Repubblica Veneziana, che lo sapeva irto di rovi e biancospini. Questo sentiero, ricco di fauna e vegetazione, calcato da generazioni di contadini, pastori e boscaioli, stato recuperato dal WWF, che ne ha fatto un felice itinerario per escursioni didattiche e turistiche.

    Se nei secoli Maser sfoggia la sua incontaminata natura, nel piano ha dato vita a una serie di attività artigianali e piccolo-industriali, che lo fanno uno dei comuni più intraprendenti della Marca Trevigiana nel settore calzaturiero e mobiliare. E’, però, l’agricoltura, anche se oggi occupa una piccola percentuale di addetti; a riscattarsi con la produzione sempre più specializzate e apprezzate di Ciliegie, Vite ed Olivo.      


    Ciliegia di Maser De.Co.

    Già presente di certo a Maser in epoca romana, la ciliegia è attestata nei documenti come coltivazione solo a partire dal Medioevo, e trova il proprio momento di splendore in epoca rinascimentale, nell’opulenza dei banchetti signorili e nel miglioramento delle tecniche d’innesto.

    Durante i secoli successivi, e particolarmente nel Settecento, si assiste ad una sempre maggiore selezione delle cultivar, di cui alcune ancor oggi assai valide.

    Tra marzo e aprile, le colline di Maser s’imbiancano della vaporosa fioritura dei ciliegi. Già alla fine di maggio, sul mercato trionfano le saporite “roane” o le gustose “sandre”, esposte nella ormai tradizionale Mostra Regionale della Ciliegia, che si svolge nella maestosa cornice di Villa Barbaro. E’ breve la stagione delle ciliegie, certo. Ma il colore e il profumo di quelle di Maser sono ben difficili da dimenticare.

    Attualmente il territorio di Maser può contare su una produzione annua di circa 1500 quintali, distribuiti per lo più tra piccole aziende a conduzione familiare, spesso con vendita diretta del prodotto al consumatore finale.

    Quanto alle cultivar, Maser poteva vantare una cultivar tipica, la Mora di Maser, che ha avuto un

    grande incremento fino agli anni ’60. Tuttavia, è stata progressivamente abbandonata, a causa della sua particolare sensibilità alla mosca della ciliegia.

    Le ciliegie di Maser, così preziose perché, grazie al dolce clima delle nostre colline sono le prime

    ad apparire sui mercati regionali e nazionali, vengono “celebrate” nella tradizionale Mostra della ciliegia di fine maggio, allestita nello splendido scenario di Villa Barbaro, gioiello dell'architettura cinquecentesca noto in tutto il mondo per gli affreschi di Paolo Veronese, costruita su progetto di Andrea Palladio.

    Si tratta di una rassegna a carattere regionale, tesa a valorizzare un prodotto caratteristico di questo

    territorio e che ogni anno richiama una presenza sempre maggiore di visitatori.

    Promossa e organizzata dall'amministrazione Comunale e dalla Pro Loco di Maser fin dalle sue origini, la Mostra della ciliegia ebbe inizio nel 1991 grazie alla sinergia di più forze: la volontà dei

    produttori maserini di dare risalto a questo prodotto, facendolo conoscere anche oltre i confini

    locali.

    Dal 2003 Maser fa parte delle “Città delle Ciliegie “.

    Il comune di Maser con delibera del 28/03/2018 ha riconosciuto la Denominazione Comunale alla

    Ciliegia di Maser.


    Contributi Pubblici:


    - 2020 - Comune di Maser - 12,500,00 €

    - 2021 - Comune di Maser - 5,000,00 € Contributo Emergenza Covid-19

    - 2021 - Stato - 2,000,00 €

    - 2021 - Comune di Maser - 11,000,00 €

    - 2021 - Comune di Maser - 1,500,00 €
    - 2022 - Regione Veneto - 1.000,00 € - Contributo Mostra

    - 2022 - Comune di Maser - 10.000,00 €

    - 2022 - Regione Veneto - 2.320,00  € - Contributo Mostra Ciliegia De.Co 2021


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